Palazzo Guarienti

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Disegnato in rigoroso stile neoclassico, più severo che elegante, l’imponente edificio venne progettato da uno dei meno noti architetti veronesi del ‘700…
Silenzioso testimone della storia
L'antico palazzo è stato ristrutturato ed ora ospita, nelle vaste sale, la Biblioteca Comunale.
Proseguendo alla scoperta dei luoghi di rilievo artistico-culturale valeggiani, si giunge in via Antonio Murari, dove si troviamo Palazzo Guarienti, residenza di campagna dei marchesi Guarienti di Verona.
Disegnato in rigoroso stile neoclassico, più severo che elegante, l’imponente edificio venne progettato da uno dei meno noti architetti veronesi del ‘700, Piero Ceroni (1737-1802), attivo a Valeggio tra il 1770 ed il 1775. Di lui si conoscono pochissime opere eseguite e meno ancora si conosce della sua vita.
Sulla facciata, una lapide ricorda la sera del 30 Maggio 1796, durante la campagna d’Italia, quando Napoleone Bonaparte, preso alloggio nel palazzo, rischiò di essere catturato dagli Austriaci, sortiti all’improvviso in paese. Un’altra targa ricorda don Giovanni Beltrame, missionario, studioso ed esploratore, a 100 anni dalla morte.
CENNI STORICI
Palazzo Guarienti è stato al centro delle travagliate vicende belliche che dilaniarono il nostro paese sul finire del XVIII secolo. Il 1 Giugno 1796, il Provveditore Straordinario Nicolò Foscarini arrivò a Valeggio da Venezia per conferire con un giovane generale francese, comandante in capo delle armate repubblicane schierate lungo il Mincio. L’anziano uomo politico veneziano si incontrò nella residenza dei Guarienti con un ventisettenne Napoleone Bonaparte, determinato a far transitare il proprio esercito nei territori veneti e pronto a bruciare Verona se non avesse ricevuto una risposta affermativa dall’inviato della Dominante (Venezia). Foscarini non seppe o non ebbe possibilità di opporsi alla veemenza del giovane còrso e, rassegnato, aprì le porte della nostra regione ai francesi. Veniva così sancita, proprio a Valeggio, la cessazione “de facto” della sovranità della Serenissima Repubblica di S. Marco.
Il 17 Aprile 1797, la popolazione valeggiana insorse contro gli occupanti transalpini, stanca di subirne le angherie. Gli esasperati “cittadini” circondarono Palazzo Guarienti nel tentativo di far giustizia sommaria del colonnello Victor, comandante della piazza. Solo l’autoritario intervento del conte Antonio Maffei riuscì ad impedire che la rivolta degenerasse in un bagno di sangue.